Situata in Piazza XXV Aprile a Milano, l'installazione assomigliava a un falò contemporaneo. Ha offerto ai visitatori adulti un'opportunità unica di immergersi metaforicamente nelle fiamme dell'odio. All'interno dell'installazione, l'intero spazio era avvolto da veri e propri messaggi di odio online rivolti alle donne. Utilizzando un'interfaccia appositamente progettata, i visitatori potevano selezionare uno degli insulti proiettati ed eliminarlo. La collaborazione con Parole o_stili, un progetto sociale dedicato alla sensibilizzazione sull'impatto della violenza verbale, ha assicurato che l'insulto eliminato venisse segnalato online, con l'obiettivo finale di sradicarlo definitivamente.

L'inquietante esibizione di incitamento all'odio proiettata all'interno dell'installazione è servita a ricordare la persistente esistenza della misoginia e la necessità di combatterla. Le parole e le frasi di odio sono state generate utilizzando un software di intelligenza artificiale che ha setacciato il web e ha estratto oltre 7.000 insulti rivolti alle donne da varie piattaforme di social media. Mettendo a confronto il pubblico con questi messaggi, il progetto mirava a provocare l'introspezione e ispirare le persone a rifiutare e sfidare attivamente tali comportamenti dannosi.

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L'installazione «Luna Nera» ha suscitato una notevole attenzione, coinvolgendo gli spettatori in conversazioni significative sui temi della misoginia, delle molestie online e del potere dell'azione collettiva. Combinando arte, tecnologia e consapevolezza sociale, il progetto mirava a sensibilizzare sull'importanza di promuovere un ambiente online inclusivo e rispettoso. Grazie a questa collaborazione, Amigdala e Publicis hanno rafforzato il loro impegno nella promozione del cambiamento sociale e nell'uso della creatività come catalizzatore per una trasformazione positiva.

I partner di Amigdala hanno curato tutti gli aspetti, dalla progettazione, allo sviluppo della parte interna dell'installazione e del sistema tecnologico, video e interattivo.